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L’Officina Bodoni
6 Maggio 2023 ore 17:00 - 11 Set 2023 ore 18:00
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L’Officina Bodoni.
Mardersteig e l’arte del libro
Mostra
L’Officina Bodoni.
Mardersteig e l’arte del libro
6 maggio – 16 settembre 2023
Tipoteca Galleria
In collaborazione con
Martino Mardersteig
Con il sostegno di
Grafiche Antiga
Imaging Pro
Per informazioni
0423 86338
eventi@tipoteca.it
L’Officina Bodoni. Mardersteig e l’arte del libro è la mostra che Tipoteca Italiana dedica all’incanto delle edizioni impresse al torchio da Giovanni Mardersteig (1892–1977) e, successivamente, dal figlio Martino (1941).
Fondata nel 1922 a Montagnola di Lugano in Svizzera, già quell’anno l’Officina Bodoni pubblicò l’Urworte di Goethe e, l’anno successivo, Orphei di Angelo Poliziano, composti a mano e stampati al torchio Dingler con caratteri Bodoni fusi dalle matrici originali conservate a Parma. Nel 1927 la stamperia fu trasferita a Verona, essendo stata affidata a Mardersteig la supervisione dell’edizione italiana dell’Opera Omnia di Gabriele d’Annunzio presso la Mondadori.
In apertura de L’Officina Bodoni (La regola e le stampe di un torchio durante i primi sei anni del suo lavoro), pubblicato a Verona nel 1929, si legge: «Il libro nella sua specie più nobile dovrebbe essere sempre un’opera d’arte. E lo strumento col quale questo fine si può raggiungere più compiutamente è il torchio».
In poche essenziali parole, sono concentrate le idee e le ambizioni dell’attività editoriale di Mardersteig degli anni a venire. E non è un caso che il nome della stamperia suggelli la fusione tra «Officina» e il nome di «Bodoni»: il primo termine deriva dal latino arcaico opificina, luogo deputato al “creare opere” grazie al lavoro dell’opifex («operaio, artigiano», nome composto da opus «opera» e facere «fare»). La devozione a Bodoni è testimoniata dall’omaggio sincero e diretto a uno dei tipografi più celebrati, segno della sconfinata ammirazione per la sublime qualità delle edizioni bodoniane: per Mardersteig, l’Officina «si pose per primo compito lo studio e l’uso amorevole dei caratteri di Giambattista Bodoni, stampatore sovrano tra quelli del suo tempo».
La mostra offre al pubblico l’occasione di ammirare una selezione di capolavori dell’Officina Bodoni, pubblicati tra il 1922 e il 2006, e gentilmente concessi in prestito per la mostra dal figlio Martino.
Si potranno apprezzare circa una quarantina di edizioni di pregio oltre ai caratteri della stamperia, a partire dai primi titoli stampati a Montagnola per poi approdare a quelli della lunga stagione veronese dell’Officina: un excursus tra capolavori letterari di autori classici, come Sofocle, Virgilio, Dante, Shakespeare, Goethe, Wilde, in alcuni casi magnificamente illustrati da artisti “contemporanei” come Filippo De Pisis, Massimo Campigli, Arturo Martini, Salvador Dalì.
La bellezza dei libri origina dalla sostanziale intonazione tra tutte le parti che li compongono: è questa l’aurea regola dell’Officina. «Cinque sono gli elementi del libro, ossia testo, carattere, inchiostro, carte e legatura. Comporre con questi cinque elementi un tutto coerente e plausibile, non sottoposto alla moda, il cui pregio sia stabile e sciolto dal tempo; comporne delle opere affrancate, per quanto può esser dato a cose fatte da uomini, dagl’influssi del capriccio e del caso, e degne dell’alto retaggio di cui siamo depositari e responsabili: questa è la nostra ambizione».
Quell’ambizione è stata pienamente raggiunta e possiamo oggi dirci i fortunati spettatori di gemme tipografiche di rara perfezione ed eleganza.
Giovanni (Hans) Mardersteig (Weimar, 1892–Verona, 1977), dopo la laurea in giurisprudenza, inizia molto giovane l’esperienza editoriale nella casa editrice di K. Wolff a Lipsia e fonda nel 1917 la rivista «Genius. Zeitschrift für alte und werdende Kunst», uno strumento di riflessione e di ricerca dell’espressionismo. Per ragioni di salute, è costretto a spostarsi a Montagnola di Lugano (Svizzera), dove fonda l’Officina Bodoni, una private press che nel tempo diventa di fama internazionale per la qualità delle edizioni stampate al torchio. Nel 1926 viene a Verona, chiamato da Arnoldo Mondadori per la stampa dell’opera omnia di Gabriele D’Annunzio. Nel 1946 diventa cittadino italiano e cambia il suo nome in Giovanni. Progettò anche eccellenti caratteri tipografici per edizioni con la collaborazione del punzonista francese Charles Malin, tra cui i più famosi sono Fontana, Zeno e Dante. Muore a Verona nel 1977.
Martino Mardersteig (1941), figlio di Giovanni, studia all’Accademia di Arti grafiche a Monaco. Intraprende anche lui la professione di tipografo e stampatore, sia collaborando con l’Officina Bodoni sia prendendo in mano le redini della Stamperia Valdonega, fondata a Verona da Giovanni nel 1948, da sempre dedicata alla stampa di libri di straordinaria qualità. Martino idea e sviluppa nella Stamperia il progetto VAL con il preciso intento di rendere disponibili, prima per la fotocomposizione poi per la realtà digitale, la qualità tipografica dei caratteri classici dell’editoria, a partire proprio dal Dante, disegnato dal padre.